Biographien Ingeborg Bauer Polo
(Dr. Ingeborg Bauer Polo)
2 luglio 1940 a Innsbruck
8 giugno 2011 a Merano
una donna d'avanguardia, che aprì la strada a molte persone: come insegnante, come direttrice della Scuola Media "A. Stifter" di Bolzano, come politica e Assessora comunale del capoluogo altoatesino, come donna di cultura.
“I confini naturali dei popoli e quelli linguistici non si fanno intrappolare dalle linee taglienti dei confini politici; l'elemento mobile della popolazione vivente li cancella e li sposta, incurante dell'appartenenza politica.”
Queste righe furono scritte dalla giovane Inge Bauer nel 1962 come incipit della sua tesi di laurea. Nella loro precoce e profetica nettezza queste parole già tratteggiavano il motto che avrebbe contraddistinto tutta la sua vita. Sia lei stessa che le sue due famiglie, quella di origine e la propria, si trovarono infatti continuamente a doversi confrontare con la tematica del superamento dei confini, spesso alla ricerca consapevole di nuove possibilità, altre volte invece per reagire al rigido contesto delle loro relazioni sociali.
La famiglia di Erna e Walter Bauer arriva in Sudtirolo dall'Austria, durante la seconda guerra mondiale. Trova una prima sistemazione nei pressi di Bolzano a S. Paolo, poi a Fran-garto. Per desiderio del padre, Inge frequenta la scuola elementare in parte a Bolzano e in parte a Innsbruck. Walter Bauer infatti non stima la scuola tedesca, che dopo i lunghi anni del Fascismo in Alto Adige deve essere praticamente ricostruita partendo da zero, e preferisce quindi far stare Inge dalla nonna a Innsbruck, facendola andare a scuola lì. Lo studio dell'italiano, irrinunciabile nella bilingue Bolzano, viene recuperato d'estate al lago di Garda con una bambinaia italiana. Il continuo passaggio di frontiera attraverso il Brennero e il bilinguismo sono esperienze che segnano in profondità la giovane ragazza, che è la più grande di tre fratelli e sorelle. Dopo aver concluso l'Istituto magistrale, Inge studia Germanistica e Storia dell'Arte a Innsbruck. Il padre, dottore in legge, fatica a sistemarsi nell'Alto Adige del dopoguerra, ma alla fine riesce comunque ad assicurare una buona entrata alla sua famiglia grazie all'impiego come direttore d'albergo. Nel 1958, durante il primo anno all'Università di Inge, la prematura morte dell'uomo, inaspettata e mai del tutto chiarita, crea un orizzonte d'incertezza che richiede un'azione mirata: bisogna puntare alla laurea con la massima concentrazione e celerità.
Queste situazioni difficili vissute in gioventù trasmettono a Inge Bauer un tenace desiderio di tenere unita la famiglia, che la accompagnerà per l'intera esistenza e porterà sua sorella a definirla una “consulente di vita”.
La conclusione dei suoi studi coincide con la riforma della scuola che nel 1962 introduce in Italia, e dunque anche in Alto Adige, la scuola media unificata. La norma, che prescrive per ogni ragazza e ragazzo dalla 6. all'8. classe la stessa istruzione, modifica fortemente la situazione scolastica provinciale. Molte nuove scuole vengono aperte. Inge Bauer entra in servizio proprio quell'anno e insegnerà poi per lungo tempo tedesco, storia, geografia e latino.
Parallelamente alla costruzione della sua carriera professionale, Inge forma una propria famiglia naturale con il friulano Vincenzo Polo, appartenente al gruppo linguistico italiano e procuratore alle acciaierie di Bolzano. Così agendo si scontra con le aspettative della sua famiglia di origine, che per lei sperava invece in un matrimonio con un uomo appartenente al gruppo linguistico tedesco della Bolzano bene. Anche nell'ambiente lavorativo questo legame sentimentale “atipico” e la maternità arrivata senza un regolare certificato di matrimonio non vengono visti di buon occhio e Inge ne paga le conseguenze. Prova quindi direttamente sulla sua pelle quanto i limiti di pensiero delle persone a lei vicine contribuiscano a complicare la convivenza tra tedeschi e italiani.
In quegli anni Sessanta nella cattolicissima Italia infuriava una violenta lite politica sull'approvazione della prima legge sul divorzio, che nel 1970 trova finalmente una maggioranza in Parlamento nonostante le irritate resistenze del Vaticano. La vittoria dei divorzisti offre a Vincenzo Polo la possibilità di sciogliere legalmente l'unione con la prima moglie. Il 18 giugno 1971 si celebrano nel Comune di Bolzano i primi due matrimoni di divorziati: uno di questi è quello Bauer-Polo. I figli Sabrina e Marco d'ora in poi cresceranno in una famiglia giuridicamente riconosciuta come tale.
A motivare la giovane donna, già attivamente impegnata nella scuola, ad assumere nel 1976 l'incarico della direzione della Scuola Media Adalbert Stifter di Bolzano-Gries sono la disponibilità ad assumersi responsabilità anche gravose e l'incoraggiamento della direttrice della Scuola Media di Caldaro a cui è legata da un rapporto di amicizia. Entra così a far parte di quella generazione di direttrici scolastiche che negli anni Settanta e Ottanta plasmano il profilo pedagogico delle nuove scuole medie facendolo molto progredire. Inge Bauer Polo trasforma rapidamente la “sua Stifter” di Bolzano in un laboratorio pedagogico orientato al futuro. La sua parola d'ordine è una: capire “cosa manca dove” ed intervenire di conseguenza. Applicando l'innovativo approccio del lavoro a progetto riesce ad offrire agli alunni e alle alunne con problemi di lettura e ortografia nuovi percorsi d'istruzione fino ad allora impensabili, che li/le porteranno persino alla laurea. Introduce nella didattica anche il teatro, che consente di scardinare i rigidi programmi scolastici e di cui pensa un gran bene: “Chi una volta ha dominato il suo ruolo sul palco, ha guadagnato la sicurezza di sé per la vita”. Per le ragazze e i ragazzi con problemi di udito istituisce le prime classi cooperative.
In tutti i suoi ruoli direttivi Inge Bauer Polo applica due strategie intelligenti e vincenti: da un lato autorizza i suoi collaboratori e le sue collaboratrici a intraprendere nuovi percorsi professionali, a provare esperienze radicalmente diverse da quelle abituali, riuscendo così, ovunque lavori, a sviluppare dei team altamente qualificati. Dall'altro cerca contatti con persone esperte dei temi più diversi che condividano il suo impegno. Allaccia rapporti professionali e amicizie ben oltre l'Alto Adige e cura lo scambio tra l'area linguistica tedesca e quella italiana. I ringraziamenti per questo fitto lavoro di rete si possono leggere ancora oggi nel portale che raccoglie le condoglianze giunte in occasione della sua morte.
L'anno 1989 segna l'ingresso di Inge Bauer Polo nella politica del Comune di Bolzano, come rappresentante del partito di raccolta tedesco SVP. Continua così coerentemente - in un contesto più ampio e a più largo raggio - il suo lavoro per il bene comune e per una politica culturale equilibrata. In un lasso di tempo di 16 anni riesce a superare indenne molte crisi, organizza e gestisce come Assessora a tempo pieno i settori più diversi, dalla Scuola alla Gestione Strade, dai Lavori Pubblici alle Finanze. Nel suo modus operandi unisce prospettive sistemiche a lungo termine e iniziative concrete che incidono sulla vita di tutti i giorni. Grazie al suo innovativo progetto Tempi della città i servizi comunali si orientano maggiormente verso i bisogni dei cittadini e delle cittadine, consentendo alla popolazione di organizzare la propria giornata con maggiore elasticità ed autonomia, sfruttando ad esempio l'apertura dei negozi di parrucchiera a cavallo dell'ora di pranzo oppure l'apertura prolungata degli Uffici Pubblici il giovedì. Per gestire il convulso flusso del traffico cittadino l'Assessora Bauer Polo introduce una sistema allora ancora poco diffuso, la circolazione rotatoria. Neanche i dubbi dei suoi tecnici riescono a farle cambiare idea: a lei si deve la realizzazione della prima rotonda stradale a Bolzano. Inge Bauer Polo non è un'egocentrica che desidera ogni volta reinventare l'acqua calda, e non le piace attribuirsi meriti che non sono suoi: preferisce riprendere i modelli sensati che già esistono altrove e diffonderli, anche se inizialmente serve un periodo di adattamento.
Nella sua attività politica adotta un metodo che dà ottimi risultati: prima raccoglie quante più opinioni possibile, poi mette a confronto le visioni contrapposte, accettando anche la posizione
dei maggiori oppositori e delle maggiori oppositrici, cosa che le consente di procurarsi una visione d'insieme ampia e obiettiva, infine decide con motivazioni chiare, agendo di conseguenza e mettendo in pratica con fermezza quanto stabilito. Così facendo Inge Bauer Polo sviluppa uno stile esemplare fatto di lealtà, trasparenza e professionalità. Suo figlio definisce il suo modo di far politica “brutalmente onesto”, con il bene comune come unico obiettivo.
In quegli anni il matrimonio con un italiano, per di più posizionato politicamente a destra, emargina sempre più Inge Bauer Polo all'interno della Sùdtiroler Volkspartei. L'ostilità del suo partito le impedisce di coronare il suo sogno più grande: diventare la vicesindaca tedesca della sua città. Le viene invece concessa la Presidenza della Commissione Scuola e Cultura della SVP, un lavoro con scarsa visibilità pubblica ma altrettanto denso di conflitti. A posteriori molte persone che allora la osteggiarono o non la sostennero, ammisero che il loro fu un errore di valutazione che fece sprecare alla città molte opportunità di sviluppo. Con il duo Salghetti-Bauer Polo a capo della Giunta Comunale si sarebbero sicuramente aperte nuove e durevoli prospettive di crescita che avrebbero fatto di Bolzano una città all'avanguardia.
Nel 2005 Inge Bauer Polo decide di non ripresentarsi più alle elezioni comunali: è giunto il momento di prendersi più tempo per la sua famiglia. Con la sorella assiste e cura sua mamma, malata di Alzheimer. Quando la madre muore ustionandosi nella vasca da bagno, questo terribile evento la spinge ad impegnarsi con tutte le sue forze e con l'aiuto di molte persone come Presidente dell'Associazione Alzheimer Südtirol Alto Adige.
Contemporaneamente Inge aiuta sua figlia, affermata avvocata a Udine, nell'accudimento dei due figli. Impara a cucire per poter vestire i suoi nipoti con abiti fatti a mano, recuperando cosi ciò che non aveva potuto fare per i suoi figli per mancanza di tempo. A questo proposito sua figlia Sabrina dice: “È stata mia madre a tenere unita la famiglia, pur essendo lei quella professionalmente più impegnata e quindi con minor tempo a disposizione. Mia madre aveva semplicemente sempre tempo per ognuna e ognuno di noi.” Sabrina ha fatto propria una frase che ben esprime l'atteggiamento coscienzioso di sua madre nei tempi difficili: “Ci si può anche costringere ad essere felici.”
Fino a pochi giorni prima della fine della sua vita Ingeborg continua a seguire le attività del “Centro Sudtirolese di Formazione” e a svolgere le funzioni di membro del Consiglio per la Cultura della Giunta Provinciale nonché di Consigliera della Fondazione della Cassa di Risparmio dell'Alto Adige. La vita attiva rimase la sua strada nonostante la gravissima malattia.
Inge Bauer Polo è stata una donna elegante, di grande riservatezza esteriore e forti passioni interiori. Pur separando nettamente il privato dal pubblico, le sue esperienze personali sono state sempre una forte motivazione per impegnarsi pubblicamente come “consulente di vita”. Ha dimostrato in maniera esemplare che in una terra di confine come l'Alto Adige tedeschi e italiani possono percorrere la stessa via, insieme e pacificamente.
traduzione di Alessia Corselli
Author: Berta Linter Schlemmer
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